TERMINI COMUNI IN USO E NON...

Di seguito sono elencati i termini veneziani che si usavano fino a qualche tempo fa. Il veneziano non va scomparendo ma viene usato spessissimo anche dai giovani e viene continuamente plasmato secondo le mode e il sentire continuo della lingua italiana.

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A?: Che?, Come?, Cosa?.
A botta calda: Subito. In quel momento
Afàno de stòmago: nausea. Si usa poco.
Afetar: Affettare, tagliare.
Albèo: abete. (odierno: abete).
A'moeo: frutto simile alla prugna da cui "testa da amolo" (detto di persona poco intelligente). Si usa poco.
Amia: zia. (odierno: sia <pron. s di rosa).
Ancùo oto: oggi 8. Fra 7 giorni.
Armaròn: armadio. (odierno: armadio).
Armeìn: albicocca. (odierno: albicoca).
Articiochi: carciofi. (odierno: carciofi).
A sbafo: Senza pagare.
Asià: pesce palombo.
Assa: pezzo di filo da cucire. (odierno: fìo).
Aver anda: avere l'aria di, aver voglia di...
Avri/àvri: labbra. Si usa ancora.
A'vrano: alloro. Non si usa più.
Bagassa: prostituta. Riferito anche a persona che dice cose non vere. (si usa raramente)
Bagigio: arachide. Si usa ancora.
Bàgoea: cosa che pende. Si usa poco.
Bagoeòn: tipo scherzoso. Si usa poco.
Bagoìna: bastone da passeggio simile a quello di Charlot. (odierno: bastòn).
Baise: branchie (odierno: branchie)
Bàito: confusione. (odierno: confusion/casìn).
Baracòcoi: gocce d'oro. (odierno: gocce d'oro).
Barba: zio. (odierno: sio con s di rosa).
Barbusso/sbèsoea: mento. (odierno: mento).
Bartoe'a: linguetta di stoffa o di pelle. In origine parte in ferro delle imposte che serviva per attaccarle al muro. Ma è anche un attrezzo da pesca per l'anguilla molto usato specie nella nella Laguna nord.
Basegò/basiico: basilico (basegò si usa sempre di meno dicendo al suo posto "basiico
Batera/bateria: compagnia di ragazzi giovani. Es: Daii, vien! Semo na bea batera! Dai, vieni! Siamo una bella compagnia!
Baùco: stupidello.
Bava da garbìn: brezza di libeccio. Di solito precede la nebbia.
Bechèr: macellaio. (odierno: maceaio).
Bèssi, petenee, schei: soldi.
Betònega/Botònica: detto di persona conosciutissima. Si usa poco.
Biavaròl: all' epoca biadaiolo, vendeva biave (orzo,risi,avena) verdura seca (piselli, fagioli), scatolame vario e, certe volte anca pesce secco(baccalà, renga) e anche l' olio. Pizzicagnolo. (odierno: saeumiér).
Bisi: piselli. (odierno: piseli/bisèi).
Bisteca àea svissera: hamburgher. (odierno: amburgher).
Boba: sbobba. Mangiare dei poveri. Si usa ancora.
Boca mòea: smorfia di disgusto.
Bocaeto/bocal: vasetto da notte (si usa ancora ma sempre di meno)
Bocia: ragazzino
Bòide(boiler): scaldabagno. Si usa ancora ma sta scomparendo.
Bombàso: cotone. (odierno: coton).
Bonìgoeo: ombelico. Si usa ancora.
Boro: Immersione della testa sott'acqua; di solito contro la propria volontà (si usa dire e farlo ancora).
Bossa: bottiglia. (odierno: botiglia).
Botéga: cerniera a lampo dei pantaloni. (odierno: cerniera)
Botegòn: grande magazzino. (odierno: osciàn, panorama, carful).
Bretee: bretelle
Britoìn: temperino. Frase minacciosa: "te verso come un britoìn". Si usa poco.
Broca: chiodo. (odierno: ciodo).
Bromboe/sbromboe: bolle. (si usa ancora)
Brovàr: scottare. (odierno: scottar).
Buganse: arrossamento/congelamento delle estremità del corpo a causa dell'esposizione al freddo (si usa ancora).
Butìro: Burro.(odierno: buro).
Cabibo: persona che proviene dal sud dell'Italia. (odierno: teròn).
Caeghér: calzolaio. Si usa ancora.
Caenasso: catenaccio, lucchetto. Si usa ancora
Caesèa del leto: al lato del letto (si usa ancora spesso anche se si può dire anche "de quà del leto")
Cagaura: per dire una cosa piccola e insignificante. Si usa ancora.
Caìa: taccagno. (odierno= tacagno).
Caìcia: calcagno. Si usa raramente.
Caisson: Quando si pulisce il pesce si ricavano dei filetti di carne, una parte pregiata. Anche altra parte di animale comunque pregiata.
Calseto: calzino.
Camòma: calma. (odierno: calma).
Candeoti: I candeoti, o candelotti, sono quella specie di stalattiti di muco che pendono dal naso del ragazzo sbarazzino di antica memoria. In questo caso la soluzione dell'asporto candeoti avveniva con vari metodi: a) aspirandoli violentemente col naso. b) spalmandoseli sul braccio partendo dalla mano arrivando fino al gomito. c) tentando di leccarli fin dove poteva arrivare la lingua.
Canevassa: canovaccio. Si usa ancora.
Cao: capo di una corda. Da ciò la comune frase "cao de m….a", con cui si indicava il cavo pendente dalle navi della Serenissima, con il quale i marinai si pulivano il deretano dopo aver defecato.
Carbòna: casa, magazzino o comunque locale di proprietà per giovani.
Caréga: sedia. Si usa ancora.
Carobèra: casa (o altro) mal concia. Si usa abbastanza spesso.
Castraura: carciofo novello. Si usa ancora.
Chèba: gabbia. (odierno: gàbia)
Chebo: balbuziente (odierno: balbussiente)
Cìcara: tazzina. (odierno: tassina).
Ciroloide: Da celluloide, la prima delle materie plastiche artificiali. Una persona è di ciroloide quando è paragonata ad una cosa di plastica e quindi quando per esempio cade non si fa neanche male. Si usava una volta.
Cocal: gabbiano. (odierno: gabiano).
Cogionàr: prendere in giro. (odierno: tor in giro).
Cògoma: caffettiera. (odierno: cafetiera o machina del cafe).
Colséra: trapunta/piumino. (odierno: piumin). Non si usa più.
Coltrine: tende. (odierno: tende).
Combinassion: combinazione di incontri - combinazione per apertura cassaforte.
Companàdego: companatico, secondo piatto. (odierno: secondo).
Condìo: condito con olio, sale, pepe e aceto
Condìto: ...come dire...(odierno: par dìr).
Consàr: condire. (odierno: condìr).
Corteo: coltello
Cossa gastu: che cos'hai. (odierno: cossa ti gà).
Costipà: stare male, con il raffreddore e la tosse...(odierno: rafredà) <
Còtoea: gonna, sottana. Si usa ancora.
Covertòr: coperta. Si usa sempre meno.
Crècoea: testa. Si usa sempre meno.
Cròssoea/stampea: Stampella (odierno: stampea)
Cugin: cugino
Da dove vienstu/da dove ti vien: da dove vieni. (odierno: da dove ti vièn).
Da seno: davvero. Si usa pochissimo.
D'arente: vicino. (odierno: vissin).
Darghe el bati: rovesciare intenzionalmente una cosa su un lato, normalmente per scaricare grosse casse dalle barche.
De fassa: di fronte (odierno: de fronte).
De ongo: subito. (odierno: subito).
Debòto: fra poco. (odierno: fra poco).
Desfortunà: sfortunato. (odierno: sfortunà).
Desgropar: allentare e sbrigliare i nodi o anche ruttare. Si usa ancora.
Desìo: confusione/grande quantità.
Desmisiàrse: svegliarsi. (odierno: svegiarse).
Dessoravìa: inoltre, in aggiunta. (odierno: inoltre).
Disiàl: ditale per cucire. (odierno: ditàl).
Disnar: pranzare. (odierno: pransar)
Dosàna: marea calante. Si usa ancora.
Drènto: dentro. (odierno: dentro).
Drìo man: di seguito. (odierno: de seguito)
Euganeghèr: salumiere. (odierno:saeumièr).
Faeàr: sbagliare. (odierno: sbagliar).
Faìve: faville. Si usa ancora
Fàndoghe/fasèndoe: facendole. (odierno:fassèndoe).
Far amor: essere fidanzati. (odierno: si usa ancora!).
Far finta de pomi: far finta di niente con aria ingenua.
Faràl: fanale. (odierno: fanàl).
Farse (metarle a...): farle maturare. (odierno: farle maturar).
Farsòra: padella di ferro, pentola per friggere. Non si usa più.
Fassada: facciata, fasciare con bende.
Fassèndoea su: avvolgendola, raccogliendola. Si usa ancora.
Fato/maùro: maturo. (odierno: maturo).
Fetoni/penòni: piedi. (odierno: pìe).
Fia/Fio: Bambina, Bambino o ha anche il significato di "Figlia" o "Figlio"
Fiaa: Fiala, tipo quelle del liquido delle punture
Fiacheta: adagio, con calma. (odierno: piàn).
Fiantìn: un pochino, poco poco. (odierno: pochèto).
Fiàpo: floscio, sfiorito: si usa ancora.
Figà: fegato. (odierno: fegato).
Figura sfondrada: faccia tosta, persona porca.
Finton: persona che abilmente riesce a strappare la commiserazione attraverso l'inganno
Fio de ànema: figlio adottivo. (odierno: fio adotivo).
Fior: farina OO
Fisso: denso. (odierno: denso).
Fodrà: foderato, coperto. (odierno: foderà, covèrto).
Fòdra: federa. (odierno: fòdera).
Foghér: focolare. (odierno: focoeàr).
Fora par fora: perforato da una parte all'altra. (odierno: perforà).
Fora via: sottobanco (odierno: sotobanco) o anche lontano (da foravia).
Foresto: turista. (odierno: turista).
Forfe: forbice. (odierno: forbice).
Forner: Fornaio, panettiere
Fortagia: frittata. (odierno: fritata).
Fracàr: premere. (odierno: prèmer).
Fravo: fabbro. (odierno: fabro).
Freschin/freschinasso: puzza da pesce e/o da uovo e/o vagina non proprio freschi. Si usa ancora.
Freve: febbre.
Freve mata: herpes labiale. Si usa ancora
Frigider: frigorifero. (odierno: frigorifero o frigo).
Frìtoea: frittella. Si usa ancora.
Fruà: logoro, consumato. (odierno: consumà).
Fufignoto: capo di abbigliamento o di un tessuto strapazzato, aggrovigliato. (si usa ancora).
Fulminante: fiammifero.(odierno: fiamifero).
Furbìr: spolverare.(odierno: spolverar).
Gabbàn: paltò.(odierno: paltò).
Gàbia (el gàbia pietà): abbia. Si usa ancora.
Ganassa: guancia. (odierno: guancia).
Ganfo: crampo. (odierno: grampo).
Garanghèo: festino. (odierno: festìn, party?).
Garba: acida. (odierno: acida).
Gargato: trachea. (odierno: trachea).
Gastrico: cattiva digestione.
Gatarìgoe: solletico. (odierno: soètico).
Gàtoeo: tombino. (odierno: tombìn).
Gemo: gomitolo. (odierno: gomìtoeo).
Gesba: batteria musicale(dall'americano: jazz band). (odierno: baterìa).
Ghébo/vigie: vigile. (odierno: vìgie).
Giassa: pezzettino fino di legno (compensato) messo come spessore (per esempio sotto a una base o anche un mobile per ovviare a una pendenza). Il termine, assolutamente veneziano, è ancora di uso comune solamente dei macchinisti del teatro La Fenice. Si usa poco.
Giassera: ghiacciaia
Giossa: un po'. (odierno: un pò/un fià)
Giutàr: aiutare. (odierno: aiutar).
Gnagnarèa: malessere (odierno: malessere)
Gnanca: nemmeno. Si usa ancora.
Goeosésso (la prima s di rosa): leccornia. Si usa poco.
Gògio faeà?: ho forse sbagliato? (gò forse sbaglià?).
Gorissia: liquirizia (si usa sempre più raramente).
Goto: bicchiere.(odierno: bicièr).
Graèa: graticola. Si usa poco.
Gràmoea: mascella. (odierno: ganassa o masséa).
Grattacasa: grattugia. (odierno: gratugia).
Gràvia: incinta. (odierno: insinta).
Grìma: signora anziana. (odierno: vecia).
Grìngoea(meterse in tiro... vestirse ben): agghindarsi, vestirsi con eleganza. Si usa poco.
Gropo: nodo. (odierno: nodo).
Guaìvo: pareggiato, via di mezzo (un drito e un storto fa un guaìvo), vai tranquillo (va guaìvo). Si usa poco.
Guantiera: vassoio (odierno: vassoio)
Guàr: affilare coltelli e forbici ecc... (odierno: a-fiàr).
Imarsìo: andato a male. Si usa ancora.
Imatonìo: restare meravigliato. Tipo duro a capire.
Imbombà: zuppo d'acqua. (odierno: bagnà). Completamente bagnato
Imoecà: l'effetto della permanenza in acqua dei polpastrelli con pelle effetto onde. E non solo!
Impapinarse: fare delle papere. Si usa poco. Esprimersi in maniera non fluida... balbettare un po'
Impiràda: infilata. (odierno: infiàda). Salita molto ripida
Impìria: imbuto.(odierno: imbuto). Piria
Impissà: acceso. Si usa ancora ma si può dire anche acéso.
Impomagà/impomata: Con il capello cotonato (gel, lacca). Pieno di cipria e crema
Impongà: Borioso, altezzoso, indignato. Viene dal gonfiare il gozzo dei colombi.
In berta: in tasca. (odierno: in scarsèa).
Incarameà: incrostato (nel senso dispregiativo)
Incarioeà: tarlato. Pieno di buchi provocati dai carioi, i tarli. (odierno: tarlà).
Inciavaura dea gamba: inguine. (odierno: inguine)
Incocà: innamorato pazzo. (odierno: inamorà)
Incoconà: rinpinzato. dar molto da mangiare... Non si usa quasi più.
Indòrmia: anestesia. (odierno: anestesia).
Infiapìa: appassita. (odierno: apassìa). cosa sgonfiata o molliccia
Infolponà: avere addosso un sacco di indumenti. Essere poco agile nei movimenti
Informigoeà: con il formicolio (si usa ancora)
Infrapoeà: di un tessuto sgualcito
Infumegà: affumicato. (odierno: afumicà). Zona piena di fumo
Ingossà: Otturato, di un tubo oppure di un indumento particolarmente sporco o uno che ha mangiato tanto e stenta di andare di corpo emettendo aria particolarmente puzzolente.
Ingrumàr: fare un mucchio. Si usa poco.
Insembràr: mescolare.(odierno: mescoeàr).
Insemenio scemo, stupido
In sentòn: seduto. (odierno: sentà).
Intabarà: incappottato. (odierno: incapotà). Molto coperto dagli indumenti
Intardigarse: far tardi. (odierno: far tardi).
Intiméa: fodera del cuscino (odierno: fodera/fodra/fodreta).
Intivàr: azzeccare. (odierno: indovinàr). Colpire qualcosa
Intornovia: tutto attorno. (odierno: tuto intorno).
Invarigoeàr: girare, raggirare ( El te invarìgoea come che'l vol)). Torcere qualcosa
Logar: ricoverare, in special modo si dice di una persona anziana ricoverata in ospizio. Es: eo gà logà al San Camìo (l'hanno ricoverato al San Camillo).
Madona: suocera. (odierno: suocera).
Magansese: traditore. Si usa ancora, ma poco. Deriverebbe da Gano da Maganza, traditore nella battaglia di Roncisvalle.
Magoga: gabbiano vecchio normalmente grigio e più grande.
Mamai: grumi di polvere. Si usa dire anche "gati, gati de polvere o rodoi (rotoli) de polvere. Quando si spolvera dove c'é molta polvere e si formano quella specie di grumi molto caratteristici.
Manissa: maniglia (odierno: maniglia).
Mantèca: crema, pomata (si usa poco)
Manzo da rio: pantegana (grossa).
Marangòn: carpentiere o falegname. Non si usa più.
Marangon da soaze: falegname da cornici (buono a nulla).
Marantega: donna vecchia e brutta... vedi carampana. Anche modo divertente ed affettuso per chiamare un'amica
Maridà: sposato (odierno: sposà).
Marsion: piccolo pesciolino della laguna. Ghiozzetto
Marton: amante ( non si usa più)
Massarìa/marsarìa: traslocco. (si usa anche "trasloco").
Méter a batìso: distendere un oggetto per il suo lato più lungo.
Méterla in sinque via: mettere un oggetto in obliquo di cinque centimetri rispetto alla perpendicolarità dello stesso nei confronti del terreno.
Missiér: suocero. (odierno: suocero).
Mistrà: anice (odierno: anice)
Moena: mollica di pane
Molton: stupido, poco sveglio e presente nella comprensione
Momoea/Momola: capriola o bella e giovane ragazza.
Momoni: caramelle, bon bons, dolcetti.
Mona in sòcoeo: ragazza vestita per la festa.
Mossa:\ diarrea (si usa ancora)
Musana: viso. In senso simpatico. (odierno: viso).
Musìna: salvadanaio. Si usa ancora.
Na' Sciànta: Un po', un pochino
Nàpari: naso. (odierno: naso).
Nissiògo/nessun ogo: in nessun luogo. (odierno: da nissuna parte).
Nissiol: lenzuolo (si usa ancora)
Ocio: occhio, usato anche per dire stai "attento", stai in allerta
Omo de egno: attaccapanni (odierno: atacapani)
Onto bisonto: molto unto, molto sporco
Ostrega Imprecazione di stupore e meraviglia
Ostregheta: Imprecazione di stupore e meraviglia. Non si usa più.
Ovadeghe: desquamazioni della pelle
Pagiòea: forfora. Non si usa più.
Pagiòo/Pagiol: Paiolo della barca. Pezzo di legno sagomato che ricopre le sentine delle barche.
Paltò: palletò, cappotto
Pandòeo: persona adulta ma infantile
Papagà: pappaggallo. (odierno: papagàeo).
Papina: schiaffo. Si usa poco.
Papussa: Pantofola o nel volgare: vagina. (odierno: savata,figa...mona...ecc.).
Parlar in cìcara: parlare difficile spesso senza riuscirci facendo brutte figure.
Parsùto: prosciutto. (odierno: prosciuto).
Partìcoea: persona che si lagna sempre. Si usa ancora.
Passaora/passadora: scolapasta. (odierno: scoeapasta).
Pasteoca: gondoliere.
Pasticer: pasticciere
Pastrociar: fare qualcosa con poca cura e male.
Patoni/s-ciaffi: schiaffi. (odierno: s-ciaffi).
Peada: calcio. (var. "peadon: calcio di maggiore entità).
Pégoea: sfortuna. (odierno: sfortuna/sfiga).
Penoni: piedi nudi, andar a penoni= camminare scalzo. Si usa ancora.
Peocio/peocioso: tirchio (si usa ancora)
Peocio puìn: occhio di pernice (callo tra le dita dei piedi)
Peoco: calvo. Di uno senza capelli
Petaisso: appiccicoso.
Peteté: indica persona adulta con atteggiamenti infantili (si usa poco)
Piàvoea: bambola. (odierno: bàmboea)
Piàvoeo: pagliaccio. Dispregiativo. Si usa poco.
Pignata atomica: pentola a pressione. (odierno: pignata a fis-cio o pignata a pression).
Piròn: forchetta.(odierno: forcheta).
Pistagna: bavero. "Tirarse su eà pistagna"...tirarsi su il colletto per ripararsi di più dal freddo
Pistor: fornaio (odierno: forner).
Pissin: pipì (odierno: pipì o volgarmente pissada)
Pìtima: persona pesante, (nella repubblica il Pìtima era una persona autorizzata dalla repubblica e pagata da creditori per tormentare i debitori, anche pubblicamente, fino al pagamento dei debiti).
Placa: facchino, portabagagli. (odierno: porter o portabagagli).
Ponto: Dare un punto di cucito, guasto (riferendosi al frutto). Il secondo termine va a scomparire.
Pope: gondoliere. (odierno: gondoglièr).
Potacèa: scodella di poco valore multiuso. Ciotola. (si usa ancora)
Pote: Bricco. (dall' americano: "potter"). (odierno: pignatéa)
Putanae: cose inutili , cose stupide, cose semplici
Putanessi: cose inutili
Reboto: la parte posteriore della scarpa. (si usa poco)
Reciòn: gay (si usa spesso e volentieri).
Refàr: riuscire. (odierno: riuscìo), concludere in maniera positiva certe attività.
Rocheo: Detto a un bimbo furbetto che sa ottenere quello che vuole
Rosegoto: pezzo di pane secco. Rosegoto de fia/o può volere significare anche ragazza/o di brutto aspetto. Si usa di rado.
Rusàr/rusa/rusòr: ronzare/che ronza/ronzio. (odierno: rumòr, rònsar, rumòr).
Rusiol: orzaiolo (si usa ancora), brufolo su un occhio
Saeatàda: prendere una fregatura (anche ciapar na' ciavàda), prendere una castigata.
Samoca: scarpa. Spesso usato in senso dispregiativo: scarpa grossa, sgraziata. (si usa sempre più raramente)
Samoro nero: il samoro è il cimurro. Aver il samoro nero= Per dire che uno è molto costipato, uno preso molto male fisicamente.
Sampe: impronte, segni lasciati da scarpe o piedi
Sangioto/Sengioto: singhiozzo
Sàpa/sapàr: calpestà / calpestare(i piedi o qualsiasi altra cosa). (odierno: pestà/pestàr).
Sartora: sarta
Savarià: con la testa sulle nuvole
Savarìa: sapere, sò
Sbaeancada: aperta... porta finestra aperta
Sbasìo: pallido, smunto.
Sbeeto: rossetto. (odierno: rosseto).
Sbiseghin: individuo furbetto che si muove come un "bisato", ma solo per curare i propri interessi, senza troppo curarsi dei principi etici e morali.
Sbranga: asta o palo di ferro o di legno
Sbratacusina: andito separato dalla cucina dove c'è il secchiaio.
Scacaciò: persona che proviene dal sud dell'Italia. (odierno: teròn).
Scaetér: pasticciere. (odierno: pasticiér).
Scafa: lavello della cucina. Si usa ancora.
Scagi: ascelle. Si usa ancora.
Scagòto: farsela addosso, prendere una gran paura. (odierno: ciapàr paura).
Scapusàrse: inciampare. (odierno: inciampàr).
Scarmo: magro. (odierno: magro).
Scarpìa: ragnatela. (odierno: ragnatèa).
Schechè/schèchene: balbuziente. (odierno: balbussiente).
Schissa: naso. Vezzegiativo sulla forma del naso. Si usa ancora, ma poco.
S-ciaffoni: schiaffi, ceffoni
S-ciensa: scheggia di legno o ferro, o anche ubriacatura (si usa ancora).
Scravassa: pioggia a dirotto. Si usa normalmente.
Scueassavache: campagnolo. (odierno: campagnòeo).
Scugér: cucchiaio. (odierno: cuchiaio).
Sèano/Seeno: sedano. (odierno: sedano).
Sensièr: non ubriaco ma quasi. Solitamente si usa per una persona spesso ubriaca e che magari per un giorno non ha bevuto: "ancuo el zè sensier".
Sensive: gengive (si usa ancora)
Sessoa: Specie di grande cucchiaio di legno o plastica per togliere l'acqua dalle sentine della barca
Sevénte: marea crescente. Non si usa più.
Sgagiòea: Una persona in gamba, guappa
Sgionfabosse: maestro vetraio. (odierno: queo del vero).
Sgnanfo: di chi parla con il naso, che parla con voce nasale
Sgrissoi: brividi (odierno: brividi)
Sguaratada: Scuotere violentemente qualcuno o qualcosa, rismestamento
Siee: pastiglie.(odierno. pastiglie).
Sièra sbasìa: brutta cera, viso sofferente e pallido. (odierno: pàido).
Sirocàl: vento da scirocco. (odierno:siroco).
Slepe/a: piedi molto grandi. Si usa poco.
Slimego: viscido, il fango dei rii è slimego, le lumache slimegose.
Smanfaro: lestofante, persona inaffidabile, uno furbetto.
Smudandà: Sbracato. Si usa ancora.
Soàsa: cornice. (odierno: cornice).
Sora: Sopra.
Sorà: raffreddato (odierno: rafredà). Non è il raffreddore ma il raffreddamento, per esempio, di una pietanza.
Sparangàda: ringhiera (odierno: ringhiera).
Spassacusina: cucinino. (odierno: cucinin).
Spassiso: girello per far fare i primi passi ai bambini molto piccoli (odierno: gireo)
Spisièr: farmacista (da spezie).(odierno: farmacista).
Spònser: lavare i pavimenti. (odierno: eavàr).
Sprota: impertinente, sfrontata. Si usa poco.
Stalfa: piede molto grande. Non si usa più.
Stèfani: denti. (odierno: denti).
Stracaganasse: castagne secche da masticare. Si usa ancora.
Strafanti: cose inutili (si usa poco)
Stramuson: schiaffo, ceffone
Stròpoeo/Stropagio: tappo, turacciolo. (odierno: tapo).
Stropoéto: vezzeggiativo di un piccolo bambino.
Strucàr: premere. (odierno: prèmer).
Stua: stufa
Stuar: spegnere
Suso: su. (odierno: suso).
Sùste: molle. (odierno: mòe).
Sustegàr: stuzzicare. (odierno: ròmperghe i maroni).
Tacuìn: portafoglio (si usa ancora ma molto meno di una volta).
Tanaja/tanagia: tenaglia
Tangaroni/tangara: schiaffi pesanti. (odierno: s-ciaffoni).
Tavaron/tavaroni: rossore localizzato da punture di insetto. Si usa ancora.
Tepa: tipaccio. Si usa poco.
Terasso: pavimento (odierno: pavimento).
Testa da Marsion: Di uno che ne capisce poco
Tirabosson: cavatappi. (odierno: cavatapi).
Tirache: bretelle (si usa ancora anche se si usa di più "bretee")
Tirasimento: di persona dispettosa, che stuzzica (si usa ancora ma sta scomparendo)
Tosa: ragazza, signorina
Trabàcoi: cose che non servono. (odierno: robe)
Trench: impermeabile leggero. (dall' americano del dopoguerra). ( odierno: impermeàbie).
Usoformio: Lysoform...detto dagli anziani
Vovi basoti: à la coque. (odierno: quei a tre minuti de cotura).
Vovi squaquaciò: uova strapazzate. (odierno: vovi strapassai).
Vovi strapassai: uova strapazzate
Zerman: Cugino. (odierno: cugin).